OBEY: quante volete avete visto in giro cappelli, t-shirt, ma soprattutto felpe con questa grande scritta bianca su sfondo rosso? Quello che oggi è considerato uno dei brand più importanti al mondo di street wear, è in realtà lo pseudonimo di uno dei più importanti street artist al mondo: Shepard Fairey
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OBEY Street Artist: la storia
Shepard Fairey è originario della Carolina del Sud e nel 1988 si diploma all’Accademia d’Arte.
Per guadagnare qualche soldo lavora in un negozio di skate, ma essendo la paga bassa, arrotonda vendendo t-shirt fatte a mano con loghi di band punk-rock o compagnie di skating
Nel 1989, mentre spiega ad un amico come creare uno stencil, gli chiede di realizzarne uno con un’immagine appena vista sul giornale. L’amico si rifiuta perchè pensa che l’idea sia stupida, ma trovando la cosa divertente Shepard comunque decide di creare lo stencil con la faccia di André The Giant: nasce così quel simbolo che farà conoscere al mondo Shepard Fairey con lo pseudonimo di OBEY
1) Andre The Giant: di chi si tratta
André The Giant è il ring name di un famoso wrestler ed attore francese deceduto nel 1993, qualche anno dopo la creazione dello stencil da parte di Shepard Fairey.
Non c’è storicamente nessun collegamento diretto con OBEY: semplicemente la sua immagine, ritagliata e trasformata in stencil da Shepard, ha suscitato interesse nella comunità skater poichè di forte impatto
2) Shepard e la campagna Andre the Giant Has a Posse
Shepard ha descritto nel 1990 questa sua campagna come “un esperimento di fenomenologia“, ma quando ebbe l’idea, cercava solo di guadagnare fama tra i suoi colleghi universitari ed i suoi amici skater: il suo obiettivo era generare una reazione da parte dell’osservatore, inducendolo a mettere in discussione l’ambiente urbano in cui si trovava
Dopo aver generato il suo primo stencil, Shepard coinvolge alcuni amici e di crea degli adesivi con il volto di André e la scritta “ANDRE THE GIANT HAS A POSSE 7′ 5″, 520 lb”.
A noi può sembrare insignificante, ma questa inside-joke ebbe enorme successo all’interno della scena skate, un vero e proprio codice nascosto, una stretta di mano segreta nella cultura underground: in tutta Providence e negli Stati Uniti Orientali iniziarono ad apparire questi sticker.
L’interesse per questo fenomeno fu tale che il termine “posse” entrò a far parte del dizionario urbano e del gergo rap; “the posse” era il soprannome del gruppo composto da Shepard ed i suoi amici; oggi “Posse” si utilizza per indicare i membri della propria crew.
Quando anche un pubblico al di fuori del suo mondo inizia ad interessarsi al significato della sua campagna, Shepard capisce il potenziale di ciò che ha creato e passa al paste-up di fotocopie decisamente più grandi; coprire luoghi difficili da raggiungere o solitamente utilizzati per pubblicità e campagne politiche è una nuova sfida ed è qualcosa di memorabile.
3) Come nasce lo pseudonimo OBEY
Nel 1994, quando è oramai conosciuto dalla scena artistica ed ha avviato una sua piccola azienda di stampa, Shepard decide di smettere di utilizzare il nome di André The Giant poichè marchio registrato e modifica il nome della sua campagna aggiungendo l’iconica parola OBEY: nasce così OBEY Giant.
OBEY significato
La parola OBEY è traducibile in OBBEDISCI. Principalmente si tratta di una parodia al concetto di propaganda e pubblicità, ma è anche una citazione di un film caro a Shepard, “They Live”, nel 1988, dove appaiono diversi cartelli con la scritta “OBEY”.
OBEY logo
L’attuale logo di OBEY Giant è composto da una stilizzazione grafica del volto della figura utilizzata da Shepard per la sua campagna posta al di sopra della scritta bianca OBEY su sfondo rosso. Il nome del logo è “Icon Face“
Tra i loghi bisogna anche ricordare la stella di OBEY al cui interno Shepard ha prontamente inserito la sua Icon Face
4) Shepard Fairey: ispirazioni artistiche e lo stile
Crescendo a Charleston non ha grandi possibilità di studiare l’arte contemporanea.
Appassionato di disegno, Shepard cresce ascoltando musica punk-rock, osservando le copertine di alcuni gruppi storici come i Sex Pistols e skateando tra le grafiche di brand come Santa Cruz o Powell-Peralta.
Da qui aumenta il suo interesse verso le belle arti e le arti grafiche, seguendo grandi nome come Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Robert Rauschenberg.
Dopo aver studiato l’emulsione fotografica, combina queste nuove informazioni con le sue capacità grafiche e il collage trasportandole nella stampa grafica.
Riesce a creare un vocabolario artistico che rende riconoscibile la sua arte: palette di colori, motivi ripetuti e simbolismo (come la stella o il punto esclamativo) caratterizzano le sue opere rendendole uniche.
5) OBEY Obama: street art e politica
Qualcuno ricorderà il famoso poster rosso ed azzurro con il viso di Obama che nel 2008 circolava online a seguito della sua candidatura a presidente degli Stati Uniti d’America.
In pochi sanno che dietro a quel poster in realtà si nascondeva proprio OBEY. Da Gennaio 2008 Shepard inizia a lavorare ad un progetto denominato “HOPE” creando il poster che diventerà l’immagine non ufficiale della campagna politica di Obama e che lo aiuterà a vincere le future elzioni.
OBEY non si è mai schierato apertamente dalla parte di Obama: è rimasto fedele al suo essere ribelle. Dopo una serie di campagne molto forti contro le decisioni di Bush (Guerra in Iraq o Patriot Act per esempio), ha visto in Obama la sua perfetta antitesi ed ha quindi trovato coerente supportare la sua candidatura.
6) OBEY Vestiti: il marchio urbanstyle
Nel 2001 Shepard fonda la OBEY Clothing, azienda manifatturiera il cui scopo iniziale è quello di supportare l’attività di OBEY nella realtà artistica.
Basandosi sul fenomeno dell’attivismo politico ed anti-politico, il brand sviluppa prodotti legati soprattutto ad uno stile urbano, cercando di incorporare nei propri capi messaggi propagandistici e provocatori
7) Street Art OBEY oggi
Oggi Shepard Fairey è uno degli street artist più conosciuti e riconosciuti al mondo. Le sue opere, principalmente stampe, sono richieste dai più grandi collezionisti d’arte e sono presenti nelle più famose gallerie di arte moderna.
Proprio la campagna HOPE lo ha aiutato ad emergere: il suo stile, semplice e basato sull’impatto cromatico, lo porta a mescolare figure emblematiche della storia o del cinema, con temi attuali.
Dagli sticker alle stampe, fino ad arrivare a veri e propri muri. I volti, le scritte, i colori e le forme dei muri di OBEY sono sempre perfetti, studiati nei minimi dettagli. Non si tratta di muri inventati al momento, ma di opere progettate e poi riportate sulle grandi pareti.
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