Il post graffitismo è un movimento/corrente nato negli anni ’80 ed incessamente in uno stato di continua mutazione: praticamente è sempre contemporaneo. Le fonti riguardanti questo specifico periodo artistico non sono molte, forse perchè non è mai stato preso realmente in considerazione o forse perchè, come appena detto, è considerato ancora contemporaneo; rimane il fatto che nel giro di pochi anni dal riconoscimento del writing come movimento, il tutto si è evoluto rapidamente dando vita a quello che oggi consideriamo post graffitismo.
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Cosa si intende per post-graffitismo
Il post-graffitismo nasce come evoluzione del writing, andandosi a radicare all’interno di altre discipline artistiche. Questa corrente si distingue dal classico writing per la sua capacità di mescolare tecniche e stili diversi: pittura, grafica, design e fotografia sono solo alcune di queste.
Se nel mondo del writing è fondamentale lavorare sui muri delle città, mantenere riservate le proprie invenzioni per agevolare il lavoro individuale e cercare il più possibile di rendere unico il proprio stile così da raggiungere la tanto bramata notorietà diventando il migliore tra i writer, nel mondo del post-graffitismo la competizione viene meno, il tutto diventa un continuo confronto di idee tra ragazzi provenienti dalla strada e figure con una formazione artistica totalmente lontana da quella del writing.
Il post-graffitismo entra direttamente all’interno dei circuiti artistici, specialmente quelli contemporanei, in contrapposizione con i più conosciuti graffiti writing che si sviluppano con l’obiettivo di ottenere riconoscimento in strada e visibilità. Ciò che rimane invariato è il legame con la cultura urbana e soprattutto la capacità di contaminare il mondo esterno, principalmente quello della comunicazione.
Nascita ed evoluzione post-graffitismo
Il post-graffitismo si è sviluppato negli anni ’80 come risposta all’immobilismo del writing più tradizionale. Immobilismo è sicuramente una parola con un significato forte, quasi una provocazione, ma riesce a rappresentare al meglio il fatto che il writing nasce per le strade, sui muri, sui treni e non è aperto ad adattarsi, proprio per le regole del movimento, ad altre superfici. Quindi se i graffiti erano spesso considerati atti di vandalismo, questa nuova corrente vuole valorizzare la dimensione estetica e concettuale dei graffiti, mettendoli a disposizione di una élite più alta e non più sui muri delle città, bensì su tela.
Gli artisti che si definiscono post-graffitisti sperimentano superfici e tecniche nuove: tele, striscioni, spray, stencil, adesivi ed altro ancora, dando vita quindi a nuovi linguaggi, ma che si legano sempre al mondo urbano da cui provengono. Queste innovazioni portano alla nascita di nuove opportunità e soprattutto all’ingresso della prima arte urbana nelle gallerie e nei musei.
Sin da subito gli addetti ai lavori comprendono il potere del post-graffitismo: la capacità di coinvolgere il pubblico trasformando gli spazi urbani grazie alle opere di questi giovani artisti è qualcosa di unico. Non si tratta solo di una semplice decorazione su muro, ma le opere sono dei dialoghi con l’ambiente e catturando l’attenzione di chi le osserva riescono, in alcuni casi, anche a generare discussione e far riflettere.
Il post-graffitismo oggi
Oggi possiamo vedere il post-graffitismo come un fenomeno globale ed in continua mutazione: senza sosta, si adatta alle situazioni contemporanee ed evolve. L’esempio più lampante è l’adozione da parte degli artisti post-graffitisti dei nuovi media come i social e delle nuove tecnologie come gli NFT. Questa corrente artistica ha forte influenza sul visual design contemporaneo, ma ne ha anche nel marketing e nella società consumistica in cui viviamo: oggi che l’urban è una moda, brand come Nike, Adidas e Reebook non perdono l’occasione per instaurare dialoghi e collaborazioni con artisti vecchi e nuovi provenienti dal graffiti writing.
Viaggiando nella stessa direzione, ma su un binario parallelo, il post-graffitismo continua comunque a dare voce a chi spesso non ne ha, riappropriandosi degli spazi urbani e riabilitando i non luoghi, rendendoli spazi di espressione e dialogo.
Il post graffitismo oggi strizza anche fortemente l’occhio ai concetti astratti: le lettere perdono i propri confini, le forme ed i colori la fanno da padrone sui muri; un altro esempio di come l’aerosol art sviluppata dai primi writer si sia evoluta abbracciando altri stili.
Quale è il futuro del post-graffitismo?
Guardando al futuro, la distinzione tra writing, street art e post-graffitismo è sempre più complessa: l’evoluzione delle tecnologie digitali e dei social media ha fornito agli artisti una piattaforma senza precedenti per condividere il loro lavoro, espandendo il pubblico oltre i confini locali e nazionali. Questo ha fatto si che sempre più persone si avvicinassero al mondo dell’arte, ma sempre meno riuscissero a coglierne le vere sfumature.
Gli artisti ci hanno già dimostrato come il linguaggio visivo del writing possa reinventarsi costantemente, adattandosi alla società di oggi ed alle sue leggi, spesso aggirandole o semplicemente non seguendole, ma il messaggio di base rimane sempre lo stesso: lasciare un segno e riaffermare una presenza in spazi che spesso negano visibilità o voce alle persone comuni.
L’eterno paradosso tra i graffiti, metafora di ribellione, e post-graffitismo, metafora dell’élite culturale, è ciò che rende tutto affascinante e salvo drastici cambiamenti, continuerà ad farci domandare ogni anno la stessa cosa: a che punto siamo di questa evoluzione?
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