Endless è un artista inglese conosciuto da diverso tempo all’interno della scena urbana e contemporanea che, dopo aver donato nel 2021 una sua opera a Le Gallerie degli Uffizi, è diventato di fatto il primo street artist nella storia ad avere una sua opera inserita all’interno della collezione dei Medici.
Quando parliamo di Endless siamo sicuri che il termine street artist sia corretto? Forse meglio artista contemporaneo? Ho indagato per dare risposta a queste domande, capire la sua storia e potertela raccontare.
Chiarisco: questo articolo non vuole nè sminuire nè omaggiare l’artista, si tratta semplicemente di un viaggio alla scoperta di Endless.
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Endless artist: cosa dicono i media
Non è stato facile trovare informazioni riguardanti il passato di Endless. Prendendo spunto principalmente dal suo sito e dalle gallerie con cui collabora (o ha collaborato) sappiamo che l’artista ha studiato arte per 6 anni, di cui gli ultimi 3 a Cambridge, dove si è laureato specializzandosi in Belle Arti e stampa serigrafica. Attualmente Endless fa base a Londra e, sempre rifacendomi a quanto scritto dai principali media, proprio a Londra ha iniziato a dipingere i suoi primi muri riuscendo a farsi notare molto presto per il suo stile iconico.
Ecco: il testo sopra è quanto potrete leggere su Endless ed il suo passato.
Endless street artist: cosa ho scoperto
Io sono una persona molto curiosa ed indagando ho scoperto altre informazioni che non ho trovato trascritte sugli articoli delle varie testate, dei blog, delle case d’asta e delle gallerie (Quindi se in futuro troverete articoli che citano questi punti direi che si sono ispirati a questo post chiaramente senza citarmi).
La prima cosa di Endless che non viene mai citata è il suo vero nome e cioè David White. Mantenere l’anonimato è sempre qualcosa che crea curiosità, ma in questo caso non è una cosa forzata: c’è voluto tempo per trovare il vero nome dell’artista.
Endless in un’intervista ha detto che per lui la creatività e la visione artistica sono dei doni che sente di avere sin da bambino. Il suo primo ricordo legato al concetto di arte è risale alle elementari quando disse ad una maestra che stava insegnando a dipingere con le mani in modo errato: Endless sosteneva che bisognasse disegnare il contorno della mano e non utilizzare la mano come un semplice timbro; inconsciamente stava immaginando di utilizzare uno stencil.
L’artista inglese ha iniziato a tempestare le vie di Londra tra il 2011 ed il 2014 con stencil e paste-up (poster) molto mirati, con dei messaggi che mescolavano il mondo fashion a quello politico. Nelle sue prime opere c’è chiaramente una forte influenza da parte del “fenomeno street art” che era esploso qualche anno prima a Londra e che sempre più stava emergendo tra le vie della città (Vedasi per esempio il forte dissing tra Banksy e Robbo che ha portato alla creazione di decine di opere).
Non mancavano inoltre citazioni di opere dei nomi più forti in quel momento, rivisitate con il proprio stile personale.
L’artista, però, ha sin da subito avuto le idee abbastanza chiare su quale sarebbe dovuta essere la sua carriera e cioè far diventare l’arte e la street art il suo lavoro principale. Ho scovato su YouTube un esempio di un suo primo lavoro nel 2012: è veramente interessante vedere come lo stile di Endless sia rimasto simile su alcuni punti mentre si sia evoluto su altri (E poi è sempre bello vedere il processo creativo di un’opera)
Perchè si chiama Endless?
Il nome d’arte Endless, bisogna ammetterlo, è perfetto perchè riesce a racchiudere in una sola parola diversi significati. La traduzione in italiano di Endless è “infinito” (senza fine) ed è la parola inglese perfetta per descrivere le idee creative nella mente dell’autore.
Endless è la rappresentazione scritta della positività e della resilienza dell’artista, della sua infinita creatività e passione per l’arte che non hanno limiti
Street artist Endless: stile, messaggi ed opere
Endless è un artista contemporaneo il cui stile è caratterizzato da un interessante mix tra arte contemporanea e strada: l’obiettivo è quello di recuperare il meglio dalle tecniche utilizzate in questi due contesti contrapposti ed unirli dando vita a qualcosa di unico e che colpisca l’osservatore.
I punti cardine toccati dalle sue opere d’arte fanno parte del consumismo moderno come la moda, la pubblicità e la cultura popolare: l’arte di Endless è una rappresentazione della cultura caotica di oggi, del bombardamento mediatico con tantissimi significati nascosti rappresentati con ironia e icone pop.
Nelle sue opere recenti troviamo personaggi famosi sia della cultura pop, ma anche della scena artistica contemporanea e moderna, marchi e loghi storici, ma anche attuali. Mentre inizialmente i suoi poster avevano un background politico ed anticapitalistico, negli ultimi anni la sua arte si è adattata al mercato diventando più “leggera”, ma senza tralasciare comunque i messaggi velati: si tratta di un passaggio (forse) necessario per chi desidera vivere di arte e vuole entrare all’interno di determinati circuiti.
Endless ha specificato che nelle sue opere odierne non punta a criticare i marchi che utilizza, ma piuttosto li utilizza come commenti alla moderna cultura: prende ciò che osserva attorno a lui e lo riplasma secondo la propria visione artistica cercando di modificarne il senso, ma mai in modo negativo. Sarà poi l’osservatore ad interpretare l’opera come meglio crede.
Il logo CHAPEL cosa significa?
Uno dei simboli storici e che ritorna continuamente nelle opere di Endless è il logo CHAPEL ed è davvero molto interessante la storia che si nasconde dietro questa idea.
Si tratta infatti della reinterpretazione nel classico stile dell’artista del popolare logo di Chanel N5; come me (e magari te che stai leggendo) Endless è cresciuto in un periodo storico in cui l’ossessione per le grandi marche ed il lusso dettavano i canoni di bellezza e di “classe sociale” per questo motivo l’artista ha voluto recuperare questo tema trasformando il brand in qualcosa di più di un semplice marchio: una divinità.
Con CHAPEL Endless ci invita a pensare al modo in cui i brand siano stati (e lo siano tutt’ora) idolatrati e venerati e ci propone un parallelismo per cui gli showroom sono le nuove chiese e celebrità ed influencer i nuovi pastori.
Lizzy Vuitton
Altro simbolo storico di Endless, ancora oggi presente nelle sue opere, è Lizzy Vuitton: la reinterpretazione della figura più importante nel Regno Unito e cioè sua maestà la Regina.
The Queen per Endless è una figura iconica, ma anche popolare, una vero e proprio punto di riferimento per la moda ed un evergreen per la cultura inglese: per questo motivo Endless ha deciso di metterla in contrapposizione con la cultura Punk dando vita a LV.
Le opere di Endless: come è salito alla ribalta?
Sono tanti gli artisti urbani e contemporanei che tentano di farsi conoscere e diventare famosi ed Endless fa parte delle persone che ce l’hanno fatta: la sua perseveranza tra le strade di Londra ed i suoi contributi con privati gli hanno permesso di perfezionare il proprio stile rendendolo riconoscibile.
Ed è proprio grazie ai poster appiccicati tra le vie di Brick Lane and Shoreditch che Endless nel 2016 è stato selezionato dal Liberty London per dar vita alla prima collaborazione storica tra street artist e questo famoso grande magazzino di lusso. In quell’anno ricorreva il 40° anniversario del punk, una sottocultura inglese che ha avuto grandissima importanza nella storia politico-sociale di Londra, e Liberty decise di ingaggiare Endless commissionandogli l’ideazione di un omaggio sulla vetrina principale dei grandi magazzini che potesse mescolare i tratti ribelli ed anarchici del punk con i tratti più fini di Liberty. Il risultato fu ottimo ed attirò le attenzioni dei passanti e dei media aprendo ad Endless le porte dell’arte contemporanea.
Dal 2016 in poi sono decine le collaborazioni tra Endless ed i brand, le mostre, i cataloghi e le personali, alcuni dei quali in Italia. Ad esempio è importante ricordare tra il 2018 ed il 2019 le collaborazioni con Pitti Uomo e Fiorucci: quest’ultima, legata al lancio di una linea di abbigliamento urban e di skate, fondamentale per la storia del brand che non si legava ad artisti urbani dai tempi di Keith Haring e Basquiat.
Il 2021 è coinciso con un anno che ha creato uno spartiacque importante all’interno del mondo dell’arte urbana ed ha dato vita a tantissime discussioni (ma non affronterò questo tema in questa sede). Endless dona un suo autoritratto con Gilbert & George agli Uffizi e diventa il primo street artist ad avere un’opera d’arte all’interno della collezione dei Medici. L’impatto mediatico di questa operazione è stato veramente forte: tutti i media ne hanno parlato (bene o male sbagliando le definizioni, ma lo sappiamo che è così) ed effettivamente si è trattato di un passo “innovativo” per gli Uffizi poiché hanno inserito in una collezione storicamente rinascimentale un’opera definibile come post-street art/pop-punk.
Nel 2022 Endless diventa anche il primo street artist ad esibirsi direttamente alla Biennale di Arte rappresentando San Marino nell’opera “Postumano Metamorfico”.
Nel frattempo la 1UP illegalmente vandalizzava il padiglione della Germania, ma di questo nessuno ne ha parlato.
Endless Graffiti Artist?
Alla luce di questa profonda analisi della storia dell’artista e del suo stile, mi sento di dire che graffiti artist non è sicuramente la definizione giusta per indicare Endless. Solitamente gli artisti odiano le etichette ed anche io sono d’accordo con questa idea: perché definire qualcuno all’interno di un gruppo, specialmente un artista? Però, visto che ho letto alcuni articoli di giornale in cui Endless è stato definito così, ci tengo a fare chiarezza senza alcuna polemica: questo ragazzo con il graffiti writing ha poco (se non nulla) a che vedere… almeno stando a quanto si può recuperare in giro.
Se qualcuno avesse informazioni su una vita da writer precedente sarei lieto di aggiornare questo post.
Appunta l’articolo per leggerlo dopo: Pinnalo!
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