Parlo spesso del tema della gentrificazione nei miei video, nei miei talk, nelle mie mail, nei miei testi… insomma ne parlo un po’ ovunque perchè è una cosa molto importante, un fenomeno che è davanti ai nostri occhi e non ce ne accorgiamo.
Troppe volte sento dire frasi del tipo “il quartiere oggi è più bello, non c’è più degrado, però le case costano tantissimo” senza comprendere che ci si trova davanti proprio a questa cosa: la gentrificazione.
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Da dove deriva il termine gentrificazione?
Le origini del termine sono solitamente legate alla sociologa ed urbanista inglese Ruth Glass che la utilizzò all’interno di un suo saggio collegandolo ad un fenomeno che negli anni 50 e 60 si stava sempre più diffondendo a Londra. In quegli anni infatti stava nascendo una “nuova” borghesia che, forte dei prezzi al ribasso, stava spostando alloggi ed attività in quartiere a più basso reddito (gentry significa alta borghesia).
Che cosa causa la gentrificazione?
Trattandosi di un fenomeno in continua evoluzione dal 60 ad oggi, in cui ci troviamo in quella che si può considera la terza (se non già quarta) ondata di gentrificazione delle città, le cause principali non sono ancora state descritte, ma senza dubbio l’aumento dei prezzi dovuti alle classiche logiche consumistiche e capitaliste nei centri città ha dato vita ad un forte fenomeno di inversione demografica (o decentralizzazione) nelle cittadine più periferiche o persino metropolitane.
Ci sono sicuramente due punti importanti che spingono alla gentrificazione oggi giorno, che sappiamo essere un fenomeno sociologico naturale, ma che è anche governato e diretto dai municipi e dal comune. Il primo è il turismo: i quartieri con problemi socio economici e con comunità storiche, magari anche di etnie diverse, suscitano sempre grande fascino quindi vengono resi più accessibili per un guadagno comune (abitanti e i turisti). Tutto vero se non fosse per il secondo punto: la speculazione edilizia. A seguito di un aumento turistico c’è un aumento della richiesta di alloggi e qui agisce l’edilizia cannibale che acquista a basso prezzo immobili per poi aumentare i prezzi degli affitti o rigenerare il tutto per creare servizi adatti al turismo e non alla comunità.
La gentrificazione oggi
Oggi il termine gentrificazione si è evoluto e viene utilizzato in maniera più ampia andando a comprendere quindi dinamiche più contemporanee. Non siamo più davanti ad un ceto medio/alto che si sposta in zone con prezzi ribassati, ma siamo davanti ad un fenomeno che agisce dalle fondamenta dei quartieri, andando ad intaccare la comunità e portandola quasi sempre allo scioglimento.
Oggi la gentrificazione nei quartieri porta la vita di tutti i giorni ad essere sempre meno accessibile ai residenti storici, costringendoli quindi a cambiare. Lo stesso vale per gli affitti dei locali che aumentano di prezzo portando quindi le attività a liberare laboratori e negozi.
Spazi che in poco tempo vengono riempiti da affitti brevi o medio lunghi, da persone che non hanno alcun legame con il territorio e da attività commerciali come ristoranti e bar.
In questo cambiamento, gli ultimi a resistere sono solitamente i proprietari di immobili che, però, vedendo sparire il senso di comunità a cui sono abituati, decidono di traslocare il tutto.
Cosa c’entra la gentrificazione con la street art ed i graffiti?
Purtroppo molto spesso il muralismo urbano contemporaneo è utilizzato come vero e proprio mezzo per la gentrificazione e non ci facciamo caso perchè la bellezza dei muri e delle opere create ci distrae.
Uno dei passaggi chiave oggi nel fenomeno di gentrificazione dei quartieri è quello di sostituire muri su cui sono presenti tag o grandi lettering con murales di grande dimensione e colori molto accesi. Spesso, almeno, si riesce a sfruttare questa dinamica per raccontare sui muri una storia di quartiere o qualcosa legato alla comunità. Altre volte si tratta solo ed esclusivamente di opere esteticamente stupende, ma senza alcun nesso con il territorio.
In conclusione: serve la gentrificazione?
Che la gentrificazione sia un bene è tutto da dimostrare: siamo davanti ad un fenomeno che possiamo tranquillamente vedere come ultimato in città come Parigi, Berlino e Londra. Città enormi, con una vita molto cara, dove l’identità è pressoché inesistente. Ma puoi vederla anche nella tua città: pensa ad un quartiere che fino a qualche anno fa era sconsigliato da ogni guida turistica e che oggi è diventato una delle mete più importanti per i turisti e capirai come funziona tutto.
Per concludere, mi rifaccio e parafraso uno slogan che ho letto anni fa all’interno del Leoncavallo di Milano: la gentrificazione oggi sono i poveri che si fingendosi ricchi, si alzano i prezzi da soli.
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