Ci sono diversi termini all’interno del mondo dei graffiti che vengono utilizzati poco in Italia sia perchè la loro traduzione non suona bene, sia perchè nel tempo si è perso l’interesse verso ciò che volevano indicare. Uno di questi termini è All-City.

All city writer – cosa significa nel mondo dei graffiti? – Street Art Graffiti Disagismi Urbani
Going All-City: la traduzione
Going all-city si potrebbe tradurre in “Andare su tutta la città”, ma come vedi, suona davvero male in italiano. Forse “coprire l’intera città” è più corretto, ma a mio parere la traduzione ne fa perdere davvero la potenza ed è per questo che non viene praticamente mai utilizzato in Italia come termine. Per noi dire “sta dappertutto” è sicuramente più consono e comune: mantiene lo stesso significato, però non è come riconoscere il raggiungimento di uno status, come lo è il going all-city.
Da dove deriva going all-city?
All-City non è un termine recente, bensì è un termine che veniva utilizzato già dalla seconda metà degli anni ’70 e negli anni ’80. Si tratta del periodo di nascita del writing, delle prime evoluzioni, della sperimentazione e dell’invenzione di stili e soprattutto del periodo in cui le metro erano bombardate tutte le notti ed ancora non era partita nessuna campagna antigraffiti.
In quegli anni Going All-City era il mezzo per essere riconosciuto come king e non tutti ci sono riusciti. Per ottenere questo riconoscimento era necessario aver fatto un treno/metro in ogni sistema ferroviario e far si che tutta New York lo vedesse. Un pezzo su un vagone che viaggiava in ogni sezione della città era ciò che ti permetteva di essere conosciuto e riconosciuto: averne uno in ogni diverso quartiere di New York faceva di te un writer che era riuscito ad andare all-city e che quindi era presente ovunque.
Tra i writer della vecchia generazione che sono stati riconosciuti come “NYC all-city writers” vengono solitamente citati: REVS, COPE2, COST, JA e TRAP IF.

Oggi cosa significa going all-city?
E’ logico pensare che l’idea di legare questo termine alla sola città di New York sia limitante: negli anni ’80 viaggiare e muoversi non era facile come lo è oggi, quindi erano sufficienti pochi vagoni per ottenere questo status; ma ora non è più così.
Oggi la sfida è diventata molto più impegnativa e coinvolge un po’ tutte le tipologie di graffiti writing che abbiamo a disposizione come le più semplici tag fino ai più complicati wildstyle ed i masterpiece.
Going all-city oggi significa rendere noto e facilmente riconoscibile il proprio nome in tutta la città, in tutti i suoi quartieri e le sue vie: non è più sufficiente lavorare sui treni ed i vagoni della metro, oggi è necessario impegnarsi e scendere in strada lasciando la propria firma sui pali, le saracinesche, i cartelli stradali, le panchine, le fermate degli autobus, le cabine telefoniche… insomma ovunque.
E’ un obiettivo importante, soprattutto se ci si trova in una grande città per tre motivi: la difficoltà nel coprire l’intero territorio, la concorrenza ed il rischio di essere beccati.
Riuscire ad andare all-city oggi richiede anni di esperienza sulle banchine, nelle yard, appostamenti, studio… e soprattutto materiale, tanto materiale. Si tratta quasi di un lavoro da portare avanti ogni giorno studiando i migliori spot e l’ora in cui colpirli, ascoltando la città cercando di capire se il proprio nome inizia a circolare e soprattutto sperare di non vedere i propri pezzi cancellati.
Se vuoi approfondire sul tema, ti consiglio di acquistare e leggere il libro GOING ALL CITY: STRUGGLE AND SURVIVAL IN LA’S GRAFFITI. Si tratta di un autobiografia davvero interessante e ben strutturata in cui viene affrontato il tema di diventare un writer riconosciuto in tutta la città. Qui puoi trovare una bella intervista a CISCO, l’autore del libro e writer conosciuto in una Los Angeles.
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